L'acciaio legato con almeno il 10% di cromo è detto acciaio inox. Il cromo provoca la formazione di uno strato superficiale di ossido molto sottile e stabile detto strato di passivazione che protegge l’acciaio dalla corrosione.
Ci sono tuttavia una serie di fattori che è bene tenere sotto controllo per evitare brutte sorprese.
Se si utilizzano acciai inossidabili che possono essere soggetti ad alte temperature è bene considerare un elemento di collegamento in AISI 304L o AISI 316L, detti anche low carbon, dove il tenore di carbonio passa da 0,07 a 0,03% annullandone l’effetto sensibilizzante (non c’è abbastanza carbonio per formare i carburi di cromo) e prevenendo così la CORROSIONE INTERGRANULARE vista nel capitolo 2.
In altre circostanze, esempio la presenza di ioni di cloruro, lo strato di passivazione può spezzarsi innescando il PITTING visto al capitolo 2. La resistenza dell'acciaio inox contro questa insidiosa forma di corrosione può essere stimata attraverso il:
PREN (Pitting Resistance Equivalent Number)
Il PREN si basa sulla composizione chimica dell'acciaio, tiene tipicamente conto della quantità di cromo, molibdeno e azoto e viene calcolato comunemente secondo le seguenti equazioni:
PREN = %Cr + 3.3 x %Mo (per acciaio inox Mo < 3%)
PREN = %Cr + 3.3 x %Mo + 30 x %N (per acciaio inox Mo ≥ 3%)
Di seguito alcuni valori tipici del PREN per gli acciai austenitici più diffusi:
AISI 304 —> PREN range 17,5-20,8
AISI 316 —> PREN range 24,75-28,51
Duplex 2205 —> PREN range 30,85-38,6
In linea generale, acciai con un PREN > 32 possono essere ritenuti resistenti agli ambienti marini.
Valutazioni sulla resistenza alla corrosione per i prodotti in acciaio inox sono contenute nella EN 1993-1-4 dove un sistema di punteggio prende in considerazione una serie di rischi, e viene calcolato un fattore di resistenza alla corrosione:
CRF (Corrosion Resistance Factor)
Ciascun fattore di rischio (cloruri, diossido di zolfo, effetto lavaggio) è collegato a un certo numero di punti e il CRF viene calcolato come segue:
CRF = F1 + F2 + F3
Dove:
F1 = rischio di esposizione ai cloridi dall'acqua salmastra o dai sali antighiaccio
F2 = rischio di esposizione al diossido di zolfo
F3 = regime di pulizia o esposizione al lavaggio da parte della pioggia
Sommando tutti i fattori (per il dettaglio si rimanda alla prospetto A1 della EN 1993-1-4) si ottiene il CRF che viene quindi correlato a cinque classi di resistenza alla corrosione, e agli acciai inossidabili più diffusi:
I —>CRF = 1
II —> 0 ≥ CRF > -7 —> es. AISI 304
III —> -7 ≥ CRF > -15 —> es. AISI 316-316L-316Ti-duplex 2304
IV —> -15 ≥ CRF ≥ - —> es. Duplex 2205
V —> CRF < -20 —> es. HCR